È stato il piccolo grande uomo del pugilato italiano, nella storia del pugilato è stato il quinto italiano a conquistare un titolo mondiale, che all’epoca valeva molto di più, perché le categorie erano soltanto undici e il detentore era unico.
Dopo un’ottima carriera fra i dilettanti: dove fu Tricolore nel 1954 e 1956 e nel 1955 partecipò alle Olimpiadi di Melbourne.
Conquistò il suo primo Titolo Italiano da professionista contro Giacomo Spano il 27 settembre 1958 ad Alghero, difese più volte il Tricolore.
Nel 29 giugno del 1961, conquistò, sempre sul ring di Alghero, il Titolo Europeo contro il finnico Risto Luukkonen che difese più volte. Imbattuto in Europa.
Diede la scalata al Mondiale Unificato (Wba e Wbc), vincendo contro il tailandese Pone Kingpetch a Roma il 23 aprile del 1965.
Il 2 dicembre del 1965, si spostò a Sydney, per difendere, contro l’imbattuto australiano Rocky Gattellari, il suo Titolo Mondiale Wbc. Vinse, dopo un incontro straordinario, per KO alla tredicesima ripresa.
Nel giugno del ’66 andò dapprima a Bankok a combattere senza titolo contro il fortissimo Chartchai Chionoi, perdendo di misura, ma dopo che entrambi avevano dato spettacolo:
Il 14 giugno 66 andò a Londra, per difendere la cintura mondiale contro lo scozzese Walter McGovan, già battuto per l’Europeo. Uscì sconfitto ai punti sulle 15 riprese, ormai «Tore» faticava sempre di più a restare nei limiti di peso e sul ring di Londra si presentò la sua ombra. Due giorni di digiuno e di saune furono il prologo a un’inevitabile sconfitta.
Non riuscendo più a rientrare nella categoria dei pesi mosca, decise di passare alla categoria superiore pesi Gallo, dopo un periodo denso di vittorie sempre di prestigio, riconquistò il Titolo Europeo a Napoli, nel gennaio del 1968, contro la “sua” vecchia conoscenza Mimoun Ben Alì, e, di lì, riprese a viaggiare il mondo, alla ricerca di incontri per una nuova opportunità mondiale nei pesi Gallo, che purtroppo non riuscì ad ottenere col passare del tempo capì che ormai i suoi orizzonti vincenti, anche per l’età ormai superiore alle trentacinque primavere potevano stare solo in Europa.